Culla degli Angeli

Culla degli Angeli non è nata da un progetto calcolato, ma da un’intuizione del cuore. È cresciuta con me, insieme alla mia vocazione e alla mia esperienza pastorale, educativa e umana. Fin da bambino ho sentito una profonda connessione con gli animali: non solo per la loro bellezza, ma per quella capacità silenziosa di parlare all’anima, di accogliere senza giudicare, di insegnare senza parole.

Nel tempo, questo legame si è trasformato in qualcosa di più grande: in un allevamento etico e consapevole, dedicato a specie delicate e spesso poco comprese, come pappagalli, fringillidi, galline ornamentali, quaglie cinesi e jumbo, anatre ornamentali e conigli da compagnia. Ognuno di loro ha bisogno di attenzione, rispetto, conoscenza e amore. E da ognuno si può imparare qualcosa.

Ma la Culla degli Angeli non esiste solo per loro: esiste per le persone che incontrano questi animali e, attraverso loro, ritrovano una parte di sé.

Nel corso degli anni, ho aperto le porte di questo piccolo mondo a bambini iperattivi o troppo silenziosi, adolescenti in crisi, giovani alla ricerca di senso, adulti feriti, famiglie spezzate, persone segnate dalla fragilità mentale, spirituale o sociale. A tutti loro propongo la stessa cosa: venite, sedetevi, osservate, ascoltate. Non c’è nulla da fare, c’è solo da essere presenti.

Ed è qui che accade qualcosa di sorprendente: l’animale diventa specchio e maestro, il silenzio diventa linguaggio, la relazione diventa cura. Un bambino che accarezza un coniglio timido impara la delicatezza. Un ragazzo in conflitto con il mondo si scioglie davanti al canto di un piccolo uccello. Un adulto in lotta con se stesso scopre nella cura di un’animale la possibilità di una cura anche per sé. Tutto ciò non si può spiegare, si può solo vivere.

La biodiversità stessa diventa educatrice. Ogni specie, con le sue caratteristiche, comportamenti, fragilità, stimola domande e riflessioni: perché questa quaglia ha bisogno del silenzio? Perché questa gallina non si lascia toccare facilmente? Perché il coniglio morde se ti avvicini di colpo? Ecco che il rispetto per l’altro, la pazienza, l’empatia, la regolazione emotiva diventano parte di un percorso naturale, non imposto, ma esperito.

In questo spazio, la relazione con l’animale diventa un’esperienza educativa profonda: non teorica, ma incarnata. L’animale non giudica, non fa diagnosi, non chiede competenze: chiede tempo, presenza, ascolto. E proprio attraverso questa semplicità si apre un mondo ricchissimo di possibilità educative e terapeutiche.

Per questo considero Culla degli Angeli un’estensione viva della mia missione: annunciare la bellezza della vita, promuovere il rispetto per ogni creatura, aiutare le persone a riconnettersi con la parte più autentica di sé. È un luogo in cui si impara a vivere meglio, non con grandi discorsi, ma con piccoli gesti: nutrire, osservare, ascoltare, aspettare. È un laboratorio di educazione alla lentezza, all’attenzione, alla responsabilità e alla relazione.

Questo spazio mi permette anche di accompagnare percorsi di guarigione spirituale e interiore. Chi si sente escluso, disorientato, svuotato, spesso ritrova qui una possibilità: quella di sentirsi parte di qualcosa, di riconoscere la propria unicità, di essere amato senza condizioni, così come sono amati questi animali, ognuno con le sue particolarità.

Per me, allevare significa custodire, non possedere. Significa servire la vita, anche quando è fragile, anche quando è piccola. È un modo per testimoniare, con gesti concreti, un amore che si fa vicinanza, una spiritualità che si incarna nelle relazioni, una fede che passa attraverso il rispetto e la meraviglia.

La Culla degli Angeli è il mio modo di dire al mondo che ogni creatura, anche la più silenziosa, anche la più umile, ha valore, ha un posto, ha qualcosa da insegnarci. E che prendersene cura può diventare – davvero – una via per prendersi cura di sé, degli altri e di Dio.